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giovedì 29 settembre 2011
2 ottobre 2011 - Un Giorno di Straordinaria Nonviolenza
Milano 2/10: Si alla nonviolenza, No alle sfilate di moda
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mercoledì 28 settembre 2011
2 Ottobre: Giornata della Nonviolenza in Piazza Mercanti - Milano
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Sabato 1 ottobre: cena al Sanpapié
** Menu vegetariano a richiesta
mercoledì 29 giugno 2011
2-3 LUGLIO 2011 - SECONDO WEEK-END DEL FJESTIVAL DELLE DIVERSITA'
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sabato 18 giugno 2011
Milano, Decima Edizione del Fjestival delle diversità
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sabato 21 maggio 2011
Un Handicappato in moto? Pietro Rosernwirth: Viaggiare per un Sogno: oltre le barriere!
Comunicato stampa
Invito alla Conferenza Stampa
Milano ultima tappa di: Un Handicappato in moto?
Pietro Rosernwirth: Viaggiare per un Sogno: oltre le barriere!
Lunedì 23 maggio 2011 alle h.14.00
Negozio ChiamaMilano - Largo Corsia dei Servi - Milano
Aperitivo di benvenuto
per un abbraccio collettivo e per conoscere
la strordinaria avventura di Pietro Rosenwirth
Lunedì 23 maggio 2011 dalle 18.30
nella sede di: Convergenza delle Culture
e Mondo senza guerra e senza violenza
via Foppette 2 (zona piazza Napoli) - Milano
Un "centauro" affetto da gravi handicap fisico-motori ha guidato "in solitaria" uno Scooter-Trike a 3 ruote attraverso 6 nazioni, toccando 5 Capitali, per abbattere ogni barriera fisica e mentale. L'iniziativa vuole tentare di far aprire gli occhi delle pubbliche amministrazioni e dei cosiddetti cittadini 'normali'.
"Fino a quando le persone saranno considerate un 'costo' dalle Pubbliche Amministrazioni e fino a quando l'abbattimento delle barriere - architettoniche e mentali - saranno una seccatura da risolvere, invece di una cosa naturale per offrire pari opportunità di movimento e di espressione a tutti, la parola 'handicappato' sarà il termine sicuramente più appropriato per definire la mia situazione fisica e sociale. Nonostante questo non mi arrendo, e con questa iniziativa voglio tentare di far aprire gli occhi sia alle pubbliche amministrazioni che anche agli altri cittadini cosiddetti 'normali', che spesso non si rendono conto di quanto le nostre città non siano a misura di 'qualunque uomo'. E' questo il vero razzismo: ragionare 'escludendo', come se fosse una cosa naturale vedersi interdire di fatto i propri più elementari diritti". Questa è stata la dichiarazione di Pietro Rosernwirth, 41 anni, affetto da un grave handicap fisico-motorio, impegnato socialmente dal 1987 nella diffusione dei valori della non-violenza e della non-discriminazione, ed appassionato di viaggi, che il 1° maggio 2011 è partito da Trieste per un viaggio che ha il sapore di una sfida impossibile. Pietro ha affrontato il difficile viaggio a bordo di uno scooter-trike opportunamente modificato, regolarmente omologato presso la Motorizzazione Civile e che può quindi circolare liberamente ovunque sia consentito agli altri veicoli, autostrade comprese. Allo scooter è stato anche aggiunto un kit di ammortizzatori e ruote posteriori supplementari importato dagli Stati Uniti, soluzione che permette una stabilità assoluta con soluzioni di tipo meccanico, a differenza degli altri scooter a più ruote attualmente in commercio basati su sistemi elettronici, meno robusti di quelli adottati sullo scooter di Pietro. "Questo Viaggio nasce per dimostrare come un handicappato messo nelle migliori condizioni possibili, con la fornitura dei necessari ausili e l'adeguata assistenza socio-sanitaria, possa fare cose che risulterebbero impegnative anche per i cosiddetti 'normo-dotati'. Mi auguro - ha concluso Rosenwirth - che gli Enti pubblici possano attivarsi per inserire nei propri bilanci fondi per aiutare concretamente chi è alla ricerca di una propria autonomia negli spostamenti quotidiani: il movimento è parte essenziale della vita, e l'indifferenza di amministratori pubblici 'normali' condanna spesso quelli come noi ad un esistenza da reclusi. Io voglio portare ovunque mi sia possibile un messaggio tanto semplice quanto significativo: è possibile abbattere le barriere dell'indifferenza e della discriminazione, e quest'avventura ne è la dimostrazione concreta" "Quando incontro una persona interessante - ha dichiarato Alessandro Mocavero, Presidente dell'Associazione contro il Dolore - mi viene spontaneo provare a classificarla, a descriverla. Quando ho conosciuto Pietro ho coniato per lui l'espressione 'eccezionalmente normale'. Con questa spettacolare e impegnativa sfida, Pietro rivendica a nome di tutti noi il diritto a una vita vissuta con qualità e con piena dignità" Per altre informazioni su questa iniziativa e per approfondire i dettagli sulle caratteristiche dello scooter a tre ruote, è possibile consultare il sito web handytrike.eu mentre per tenersi informati sulle vicende di Pietro in viaggio, con aggiornamenti giorno per giorno, è possibile aggiungersi al profilo Facebook apps.facebook.com/handytrike. Grazie per la diffusione che potrete dare a questo messaggio!
Per info: http://www.handytrike.eu/
la pagina di facebook: facebook
Video della visita a Praga
Tappe del viaggio "5 Capitali", 1-26 maggio 2011
- 1° maggio: Trieste - Lubiana - Maribor (224 Km)
- 2 maggio: Maribor - Budapest (340 Km)
- 6 maggio: Budapest - Vienna (243 Km)
- 10 maggio: Vienna - Brno - Praga (335 Km)
- 14 maggio: Praga - Monaco (388 Km)
- 18 maggio: Monaco - Zurigo (317 Km)
- 22 maggio: Zurigo - Milano (282 Km)
- 26 maggio: Milano - Trieste (420 Km)
mercoledì 11 maggio 2011
Peace March in Pakistan - Experience of Irshad Ahmed
The person with black coat Sayyed Azhar Hussin Shah (representative of lawyers and Walk Organizer with us): people with red flags and belcha were activists of Khaksar (political party); remaining people without specific uniform were humanists and from IEDF and civil society. The March started from District Court Gujranwal. Around 500 people gathered together with press to kick off the march. They also offered lunch at 12.30 am. The March started late and reached around 8 PM in Kamoki. Throughout the March, police guard was with us. Intelligence agencies closed watched all movements. But they didn't disturb us because we were peaceful. All people participated in the March completed except one female lawyers couldn't complete it due to family problem.
A loudspeaker was used throughout the route by Khaksar to tell about the March. it was peaceful throughout without any violence, relief for police and security agency but surprising for citizens to walk so long and without violence. Few people on the road offered juice, cold water and food. Otherwise, we beared ourselves. In Kamoki we stayed in the School "The Educator". The owner of Educator was friend of Anees Ahmad Khan Lodhi (Humanist). Personal Feelings:
As a Humanist, this was my first active non violence experience. I walked all around on foot with this group. I get several foot injuries and sole in my foot and was unable to stand at home. It was really hot around . Temperature started from 38 and rose at 3pm to around 42 degrees. Road was very hot and marchers needed to stop after every five to six KM. Finally we reached in the Tomb of Iqbal where Mr.Azhar from Lawyers group, Mr. Sadiq (head of Khaksar) and Irshad Ahmad addressed people, explaining the purpose of the March and to thank the people for their kind support. I am sending pictures and short move for sharing.
Overall experience was very good, tough and exciting. We hope for peace throughout the world. Regards. Irshad Ahmed
martedì 26 aprile 2011
venerdì 22 aprile 2011
lunedì 18 aprile 2011
DALLO STATO DI EMERGENZA ALLO STATO DI POLIZIA
Avv. Alessandra Ballerini
Prof. Fulvio Vassallo Paleologo
Nella mattinata di martedì 12 aprile, nell'aeroporto di Lampedusa, circa 15 migranti tunisini, circondati dai cordoni di Polizia in assetto antisommossa, (ma per fortuna anche da un numero considerevole di telecamere e macchine fotografiche sufficiente a scongiurare azioni di forza), hanno tentato di resistere al respingimento illegale verso la Tunisia (perché collettivo e perché non rispettoso di tutte le procedure previste dal nostro ordinamento: notifica del decreto di trattenimento e respingimento debitamente tradotto, colloquio con l'avvocato di fiducia o d'ufficio, convalida di un giudice). Erano stati tutti portati via con l'inganno, come quelli che sono stati fatti partire pochi giorni prima: "vi trasferiamo a Milano, state tranquilli", una affermazione inquietante che conferma come le procedure obbligatorie da adottare in caso di allontanamento forzato non sono state seguite.
Spetta ad un'attivista antirazzista l'ingrato compito di tentare di informare i migranti circa la loro vera destinazione e i loro diritti. Viene portata via da alcuni agenti per un fermo identificativo con la denuncia per il reato di istigazione a delinquere! Quando ci chiama per chiedere cosa fare per opporsi a questi illegittimi respingimenti collettivi senza rischiare ulteriori denunce le consigliamo di scrivere su uno striscione i primi due commi dell'art. 13 della Costituzione: La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
Chissà se oggi, dopo i voti del parlamento su riforme palesemente incostituzionali, ricordare e difendere la Costituzione può essere considerata da qualche zelante funzionario di polizia istigazione a delinquere! I delinquenti sono quelli, ovunque siedano, che la Costituzione la violano calpestando i diritti fondamentali delle persone, diritti da riconoscere a tutti, anche agli irregolari, in base all'art. 2 del Testo Unico sull'immigrazione.
Ma torniamo ai migranti deportati da Lampedusa con l'inganno.
Secondo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 aprile 2011 sulla concessione della protezione temporanea, sono esclusi dalla possibilità di ottenere un permesso per motivi umanitari temporanei tutti i migranti "nord africani" che sono sbarcati sulle nostre coste dopo il 5 aprile 2011 (come se dal 6 fosse tornata la calma in Tunisia, Libia ed Egitto, come se in Libia non ci fosse una guerra.. che ha prodotto 200.000 arrivi in Tunisia e 100.000 in Egitto).
Difficilmente queste persone potranno essere detenute nei CIE (ufficiali), ancora al collasso, con i magistrati che rimettono in libertà i migranti perché il nostro paese non ha ancora attuato la Direttiva comunitaria 2008/115/CE sui rimpatri che limita il ricorso alla detenzione amministrativa. Una direttiva che per i giudici italiani è immediatamente applicabile nel nostro ordinamento, almeno nei punti in cui risulta sufficientemente chiara e circostanziata. Dunque occorrerà disperderli nella Penisola o rimpatriarli con procedure sommarie. E magari attivare nuove operazioni di respingimento collettivo a mare, anche a costo di fare vittime o di sparargli addosso. Una eventualità che la Lega di Speroni accetta esplicitamente.
Intanto il 7 aprile il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato un decreto che dichiara " lo stato d'emergenza umanitaria nel territorio del Nord Africa per consentire un efficace contrasto dell'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari nel territorio nazionale". Un provvedimento impresentabile e privo di motivazioni conformi al dettato costituzionale, con il quale si prevede "l'ineludibile esigenza di assicurare l'urgente attivazione, in coordinamento con il ministero degli Affari esteri, di interventi in deroga all'ordinamento giuridico". Si dà il via in questo modo alla sospensione delle garanzie previste dello Stato di diritto per i migranti approdati sulle nostre coste e quindi si legittima quanto è avvenuto in questi giorni: trattenimenti simili a sequestri di persona, respingimenti e rimpatri collettivi senza notifiche, senza convalide e in violazione del diritto di difesa.
Questi i passaggi più inquietanti del decreto: "Ritenuta l'ineludibile esigenza di assicurare l'urgente attivazione, in coordinamento con il Ministero degli affari esteri, di interventi in deroga all'ordinamento giuridico sicchè si impone la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'art. 4 comma 2... in considerazione di quanto in premessa.. è dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio del nord Africa per consentire un efficace contrasto dell'eccezionale afflusso di cittadini nel territorio nazionale".
Dunque il Presidente del Consiglio dei ministri, in virtù di non meglio precisati poteri internazionali, dichiara lo stato di emergenza in un numero indefinito di stati del Nord Africa, forse anche l'Egitto, l'Algeria ed il Marocco, (ma anche in Italia), e nascondendosi dietro l'emergenza "umanitaria", svela il reale obiettivo di "efficace contrasto dell'eccezionale afflusso di cittadini nel territorio nazionale". Per "contrastare" l'immigrazione irregolare non si lesineranno "interventi in deroga all'ordinamento giuridico".
Sorgono spontanee delle domande: come può un Presidente del Consiglio dei ministri italiano decretare lo stato di emergenza in altri stati di un latro continente non identificati nè elencati neppure numericamente? Cosa intende per "efficace contrasto"? Ce lo domandiamo perché oggi al Tg 3 l'ex ministro Castelli non ha escluso che si possa ricorrere alle armi per contrastare l'immigrazione clandestina.
In base a quali indici si può affermare che "la situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente in ragione dell'attuale clima di grave instabilità politica che interessa gran parte dei paesi del Nord Africa"? Se è così veramente, dal momento che lo stesso presupposto potrebbe consentire il rilascio di altri permessi di soggiorno per motivi umanitari o per protezione sussidiaria, anche in base alle direttive comunitarie, perché si fa di tutto per respingere, espellere, detenere persone che provengono o potrebbero prevenire da zone così instabili? E cosa è cambiato nei suddetti paesi dal 5 (data del primo decreto emergenza) al 7 aprile (data del secondo decreto che dichiara lo stato di emergenza, questa volta non solo sul territorio nazionale, ma addirittura in altri paesi )?
Ma soprattutto quando si ritiene "l'ineludibile esigenza di assicurare l'attivazione di interventi in deroga all'ordinamento giuridico" cosa vogliono realizzare il Presidente del Consiglio dei ministri ed il suo governo? Sovvertire l'intero ordinamento giudiziario, magari anticipando quello spostamento di poteri dalla magistratura alla polizia che è il fulcro della riforma del processo breve, o legittimare i respingimenti collettivi in acque internazionali, vietati da tutte le convenzioni internazionali? Sembra proprio di essere di fronte ad un provvedimento da stato di polizia, le persone saranno respinte o espulse senza uno straccio di provvedimento, senza diritto a comprendere cosa sta succedendo loro, senza diritto di difesa. Da avvocati ci chiediamo: domani, che senso avrà entrare in un aula di giustizia dove campeggia la scritta "La legge è eguale per tutti"?
La riforma della giustizia e l'abbattimento di tutte le garanzie dello stato di diritto devono lasciare tutte le porte aperte ai potenti, ed al capo del governo soprattutto, per chiudere ogni spiraglio di giustizia agli altri, ai migranti e a chi faticosamente li difende.
Il nostro ordinamento giudiziario, come il diritto internazionale, richiamato dall'art.10 e 11 della Costituzione, vietano i respingimenti collettivi senza identificazione certa, e considerano ancora reato rinchiudere per giorni le persone in centri chiusi, come i centri di accoglienza organizzati nelle tendopoli, vietando loro di comunicare con l'esterno, compresi avvocati e magistrati. Nessuna privazione della libertà personale (neppure sotto forma di rimpatrio) è consentita senza previa convalida giudiziaria. Questo lo afferma la Corte Costituzionale e, nel rispetto della gerarchia delle fonti, nessun provvedimento del capo del governo può sovvertire l'impianto costituzionale delle misure limitative della libertà personale.
E quindi cos'altro si può fare se non derogare all'ordinamento giuridico?
Si potrebbero rispettare le leggi, le procedure e le convenzioni internazionali. Magari dare attuazione alle Direttive comunitarie. Ma queste ipotesi devono averle escluse immediatamente. Non sarebbero efficaci nel contrasto dell'immigrazione irregolare, meglio nella guerra all'immigrazione "clandestina". Eppure da quando è entrata in vigore la legge Bossi-Fini i casi di allontanamento forzato, in percentuale, sono addirittura diminuiti, proprio quando tutti tuonavano contro l'immigrazione clandestina...Si potrebbe quasi dire meglio così!
Il decreto del 7 aprile si basa su una doppia falsificazione. Ed infatti riporta tra le premesse la considerazione che la crisi nel Magreb avrebbe prodotto l'emigrazione in Tunisia di "un gran numero di cittadini libici" e dopo avre fatto riferimento alla richiesta rivolta dai governi tunisino ed egiziano a quello italiano di "attività di carattere umanitario" dichiara lo stato di emergenza non solo per aiutare i Paesi del Nordafrica e per svolgere effettive e concrete attività di carattere umanitario ma per "consentire un efficace contrasto dell'eccezionale afflusso di cittadini nel territorio nazionale". Insomma un modo elegante (ma neanche troppo) e mistificatore per proclamare il vero credo di questo Governo: fora dai bal! Tutti. Perchè il testo del decreto parla di cittadini, senza neppure specificare di quale nazionalità, età o status.
Infine un dubbio: il decreto del 5 aprile 2011, che all'art. 1 stabiliva gli aventi diritto al permesso per protezione temporanea, esclude tutti i cittadini Nord Africani entrati in Italia dopo la mezzanotte del 5 aprile 2011. E consente il rilascio del permesso solo se si presenta richiesta di permesso entro otto giorni dall'ingresso, quando nessuno ha provveduto ad una identificazione immediata, e dunque non si è attribuita una data certa agli ingressi. Per tutti quelli che sono approdati faticosamente dopo il 5 aprile, o approderanno nei prossimi giorni, il sogno del permesso di soggiorno assomiglia alla "scarpa di cenerentola" che scompare allo scoccare della mezzanotte, dopo la speranza, l'incubo del decreto di espulsione o di un respingimento. Bizzarro ed improbabile stabilire per decreto che, allo scoccare di un'ora, cesseranno tutte le emergenze umanitarie nei vari paesi del Nord Africa. E con l'ultimo decreto sembra proprio che questa situazione di instabilità in quelle vaste regioni sia destinata a durare ancora a lungo.
Ed infatti lo stesso Presidente del consiglio, che ritiene sussistenti gravissime ragioni umanitarie che impongono la protezione per tutti i cittadini nordafricani sbarcati dal 1 gennaio al 5 aprile 2011 (ma non un minuto dopo la mezzanotte di tale data), con successivo decreto del 7 aprile, decreta (appunto) lo stato di emergenza umanitaria nel territorio del Nord-Africa, per legittimare l'impossibile, fino ad ora, ovvero "l'urgente attivazione di interventi in deroga all'ordinamento giuridico".
Ora, delle due l'una: o allo scoccare della mezzanotte del 5 aprile 2011 ogni emergenza umanitaria nei territori nordafricani è magicamente rientrata e quindi non è necessario proteggerne i cittadini con il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo, oppure tale emergenza non è rientrata anzi si è esasperata così tanto da far decretare lo stato di emergenza in tali stati nord africani dal premier italiano, ed allora tutti i migranti nordafricani sbarcati anche successivamente al 5 aprile avranno diritto ad esigere protezione e soggiorno regolare!
Non si puo decretare con due atti successivi sottoscritti dalla medesima mano (del capo del governo) a due soli giorni di distanza, che c'è uno stato di emergenza umanitaria che finirà il 5 aprile e che impone di proteggere i migranti e poi, due giorni dopo, che c'è uno stato di emergenza che non è finito il 5 aprile e che impone di contrastare l'afflusso degli stessi migranti. O meglio, si può -lo si è fatto- ma è un modo di decretare assolutamente schizofrenico che testimonia il livello di disperazione nella quale sono caduti i nostri governanti dopo gli insuccessi europei e la demolizione di buona parte della legge Bossi-Fini da parte dei giudici. Ma anche per loro, da parte di Berlusconi e consorti, è pronta la giusta punizione.
Ma soprattutto quello che uno stato di diritto non può fare è derogare con un formula tanto generica al proprio "ordinamento giuridico". E chi deciderà della portata delle deroghe se non il capo del governo? Dove finiranno i poteri di controllo del Parlamento e della Magistratura sugli atti del governo? Un colpo di mano che non è permesso da alcuna legge vigente in Italia, neppure dalla legge 225 del 1992 che istituisce la protezione civile, ed accorda al Presidente del Consiglio dei ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza solo in casi determinati e con la rigida indicazione delle disposizioni che saranno derogate. Se si arriva a tanto e per mano di un solo uomo, che non rappresenta il popolo ma il Governo, ovvero il potere esecutivo, la nostra democrazia si trasforma drammaticamente in uno stato di polizia.
E questo non è solo folle, è inquietante e merita la risposta più forte in termini di denuncia legale, anche a livello internazionale, di mobilitazione e di iniziativa politica.
martedì 29 marzo 2011
APPELLO COORDINAMENTO 2 APRILE
attraverso appelli, prese di posizioni e promozione di iniziative, di levare la propria voce CONTRO LA GUERRA E LA CULTURA DELLA GUERRAPER SOSTENERE LE RIVOLUZIONI E LE LOTTE PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA
DEI POPOLI MEDITERRANEI E DEI PAESI ARABIPER L'ACCOGLIENZA E LA PROTEZIONE DEI PROFUGHI E DEI MIGRANTI CONTRO LE DITTATURE, I REGIMI, LE OCCUPAZIONI MILITARI, LE REPRESSIONI IN
CORSO,PER IL DISARMO, UN'ECONOMIA ED UNA SOCIETÀ GIUSTA E SOSTENIBILECHIEDONOLO STOP AI BOMBARDAMENTI E IL CESSATE IL FUOCO IN LIBIA per fermare la guerra, la repressioneed aprire la strada a una soluzione politica coerentemente democratica.IL 2 APRILE 2011 SARÀ UNA GRANDE GIORNATA DI MOBILITAZIONE E PARTECIPAZIONEATTIVA A ROMA E IN TANTE PIAZZE D'ITALIA.A partire da quella data ci impegniamo a dar vita ad un percorso diffuso sul territoriodi mobilitazioni, iniziative, informazione, assemblee,incontri e solidarietà con i movimenti dei paesi arabi. per adesioni: coordinamento2aprile@gmail.comPrime adesioni:Arci, Action, Associazione Ya Basta Italia, Associazione Mediterranea, Associazione per il
rinnovamento della sinistra, Associazione per la pace, Associazione Senzaconfine, A Sud, Attac
Italia, AteneinRivolta, Comitato Fiorentino Fermiamo la guerra, Cobas, Democrazia Chilometro
Zero, Emergency, ESC, FIOM–CGIL, Gruppo Abele, Horus Project, Lega diritti dei Popoli,
Legambiente, Libera, Lunaria, Rete@Sinistra, Rete della Conoscenza, Rete Romana Solidarietà
al Popolo Palestinese, Rete Studenti Medi, Sinistra Euromediterranea, Stryke-Yomigro, UDU, Un
ponte per, Forum Ambientalista, Altraagricoltura, IPRI, ASCIA, Comunità Somala Lazio, Amig@s
Sem Terra, Associazione Obiettori Nonviolenti, Punto Rosso, Senzaconfine, Rete Antirazzista
Firenze, Gruppo Sconfinate, Terre del Fuoco, Iniziativa Femminista EuropeaFedS, FGCI, GC, PCL, PdCI, Prc, Sinistra Critica, SeL Altre adesioni:Rete Nazionale Radiè Resh, Associazione Donne Brasiliane in Italia, Associazione Sopra i ponti
Bologna, WILPF, associazione Ecoinformazioni, Donne in nero, perUnaltracittà-Firenze, Centro
ligure di documentazione per la pace, Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti, comitato
intercomunale per la Pace nel Magentino, Movimento Nuovi Profili, Unione Inquilini Federazione
di Bari, Collettivo Byzantium Onlus, associazione Spirit Romanesc, Coordinamento Donne contro
il razzismo - Casa Internazionale delle Donne di Roma, Rete Internazionale delle Donne per la
Pace, Associazione Casa Rossa – Spoleto, Convergenza delle Culture – Milano, Rete delle donne
Anti Violenza onlus – Perugia, comitato Piazza Carlo Giuliani Onlus, Comitato Internazionale di
Educazione per la Pace – Ciep, Servizio Civile Internazionale, Consorzio Città dell'Altraeconomia,
Reorient Onlus, Associazione Trama di terre – Imola, Centro di Solidarietà Internazionalista Alta
Maremma, Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, Associazione "Periferie al Centro" - Fuori
Binario, Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, Associazione Convergenze, Il
Cavatappi - Rivista Online, Comunità in Resistenza – Empoli, comitato "Lo sbarco della nave dei
diritti di Genova", Freedom Flotilla Italia, Rete Nazionale Radié Resh Adesioni individuali:Grazia Scuccimarra, Luciano Muhlbauer, Lido Giampaoli, Barbara Ferrazzo, Tiberio Tanzini, Gian
Carlo Bandinelli, Renata Lovati, Simone Lepore, Franco Russo, Agostino Giordano
venerdì 11 marzo 2011
20 marzo piazza Oberdan MILANO, giornata di solidarietà ai rifugiati - Programma - (HA CAMBIATO DATA)
Decine di migliaia di rifugiati, provenienti da teatri di guerra e di persecuzione vivono in condizione di precarietà, di esclusione di discriminazione. A Milano negli ultimi anni di fronte al rifiuto di Governo e Comune che negano un’accoglienza dignitosa ai rifugiati vi sono state lotte ed iniziative solidali tra cui quella di Piazza Oberdan. Riprendiamo le ragioni di quella lotta, le ragioni dei nostri fratelli e sorelle rifugiati ed immigrati, costruiamo:
Domenica 20 marzo dalle ore 15.00
Piazza Oberdan - Milano
ore 15.00… Musica per iniziare
ore 15,30 … Presentazione della giornata (a cura del Comitato rifugiati Milano)
ore 16.00… Spettacolo Teatrale (a cura delle donne somale)
ore 17.00… Assemblea sul tema:
“Accoglienza, solidarietà umana, diritti per i rifugiati, gli immigrati e tutti i discriminati”
ore 19.00… Spettacolo musicale e aperitivo solidale
ore 20.00… Proiezione del film: “La trappola”
Stand e tavolini delle associazioni e dei comitati
Prime adesioni: Comitato rifugiati di Milano - Associazione antirazzista ed interetnica “3 febbraio”- Ass.Varco - Comitato solidale antirazzista Kumar - Gruppo EveryOne - Associazione Watching The Sky - Associazione Anne's Door - Associazione “Libera” -Emergency Milano - Socialismo rivoluzionario - Comitato solidale e antirazzista “Mondoinsieme” - Associazione Donne Volontarie Somale -SAM Solidarietà Antirazzista Martesana
-RSU Ikea Corsico -–Comitato solidale e antirazzista “Alziamo la testa” -Associazione Naga - Convergenza delle Culture Milano-Comitato solidale ospedale fatebenefratelli e oftalmico Milano
-Fabrizio Gatti giornalista esperto in reportage chock - Stefano Zoja giornalista - Roberto Malini, scrittore e difensore dei diritti umani - Matteo Pegoraro, scrittore e difensore dei diritti umani - Dario Picciau, regista e difensore dei diritti umani - Glenys Robinson, scrittrice e attivista per i diritti umani - Fabio Patronelli, artista e difensore dei diritti umani - Ionut Ciuraru, attivista - Steed Gamero, fotografo e difensore dei diritti umani-Mariana Danila, attivista - Rebecca Covaciu, artista e attivista umanitaria- Stelian Covaciu - Alfred Breitman, artista e difensore dei diritti umani - Lorenzo Bagnoli giornalista redattore social and afroitalia web magazin - Ilaria Roberta Sesana giornalista -
Info: 3456125464 - mail: rifugiati.milano@gmail.com milanrefugees.wordpress.com
Sabato 12 marzo - Largo Cairoli MILANO, A difesa della Costituzione
A difesa della Costituzione
Sabato 12 marzo, manifestazioni in tutta Italia
A MILANO:
appuntamento in largo Cairoli ore 15.00 (fino alle 19.00) con Qui Milano Libera.
Interventi previsti: Gioacchino Genchi, Nando dalla Chiesa, Salvatore Borsellino, Dario Fo, Vincenzo Consolo, Guido Scorza, Jorge Carazas*, Daniele Biacchessi, Marilisa D’Amico, Mario Agostinelli
http://www.adifesadellacostituzione.it/
*Jorge parlerà per primo subito dopo la presentazione di Qui Milano Libera
lunedì 7 marzo 2011
13 marzo piazza Oberdan MILANO, giornata di solidarietà ai rifugiati - Programma
Decine di migliaia di rifugiati, provenienti da teatri di guerra e di persecuzione vivono in condizione di precarietà, di esclusione di discriminazione. A Milano negli ultimi anni di fronte al rifiuto di Governo e Comune che negano un’accoglienza dignitosa ai rifugiati vi sono state lotte ed iniziative solidali tra cui quella di Piazza Oberdan. Riprendiamo le ragioni di quella lotta, le ragioni dei nostri fratelli e sorelle rifugiati ed immigrati, costruiamo:
Domenica 13 marzo dalle ore 15.00
Piazza Oberdan - Milano
ore 15.00… Musica per iniziare
ore 15,30 … Presentazione della giornata (a cura del Comitato rifugiati Milano)
ore 16.00… Spettacolo Teatrale (a cura delle donne somale)
ore 17.00… Assemblea sul tema:
“Accoglienza, solidarietà umana, diritti per i rifugiati, gli immigrati e tutti i discriminati”
ore 19.00… Spettacolo musicale e aperitivo solidale
ore 20.00… Proiezione del film: “La trappola”
Stand e tavolini delle associazioni e dei comitati
Prime adesioni: Comitato rifugiati di Milano - Associazione antirazzista ed interetnica “3 febbraio”- Ass.Varco - Comitato solidale antirazzista Kumar - Gruppo EveryOne - Associazione Watching The Sky - Associazione Anne's Door - Associazione “Libera” -Emergency Milano - Socialismo rivoluzionario - Comitato solidale e antirazzista “Mondoinsieme” - Associazione Donne Volontarie Somale -SAM Solidarietà Antirazzista Martesana
-RSU Ikea Corsico -–Comitato solidale e antirazzista “Alziamo la testa” -Associazione Naga - Convergenza delle Culture Milano-Comitato solidale ospedale fatebenefratelli e oftalmico Milano
- Stefano Zoja giornalista - Roberto Malini, scrittore e difensore dei diritti umani - Matteo Pegoraro, scrittore e difensore dei diritti umani - Dario Picciau, regista e difensore dei diritti umani - Glenys Robinson, scrittrice e attivista per i diritti umani - Fabio Patronelli, artista e difensore dei diritti umani - Ionut Ciuraru, attivista - Steed Gamero, fotografo e difensore dei diritti umani-Mariana Danila, attivista - Rebecca Covaciu, artista e attivista umanitaria- Stelian Covaciu - Alfred Breitman, artista e difensore dei diritti umani - Lorenzo Bagnoli giornalista redattore social and afroitalia web magazin - Ilaria Roberta Sesana giornalista -
Info: 3456125464 - mail: rifugiati.milano@gmail.com milanrefugees.wordpress.com
giovedì 3 marzo 2011
TORRE CHIAMA TERRA - Campagna diritti per tutti - Martedì 15 Marzo, ore 17 - PRESIDIO davanti alla Prefettura di Milano
Martedì 15 Marzo, ore 17 - PRESIDIO davanti alla Prefettura
Corso Monforte angolo via Donizetti - MILANO
Esigiamo dalla prefettura e dalla questura di Milano il rispetto degli accordi e la convocazione del tavolo di trattativa concordato durante la lotta di via Imbonati.
SANATORIA TRUFFA: il problema non è risolto. Per oltre 50mila immigrati, vittime della sanatoria truffa, non è stata trovata ancora una soluzione e rischiano di rimanere nella clandestinità e nelle grinfie del lavoro nero. Noi chiediamo un permesso per attesa occupazione per tutti gli immigrati che sono stati truffati durante la sanatoria. Esigiamo dalla prefettura e dalla questura di Milano il rispetto degli accordi e la convocazione del tavolo di trattativa concordato durante la lotta di via Imbonati. Nel frattempo il governo è tornato a lanciare la lotteria del decreto flussi.
VOGLIAMO VIVERE E LAVORARE ALLA LUCE DEL SOLE: Nel 2009 migliaia di lavoratori immigrati non hanno potuto fare domanda di sanatoria perchè non erano colf o badanti. Per quelli che vivono in Italia non esiste nessun meccanismo di regolarizzazione. Noi chiediamo la regolarizzazione degli immigrati che sono già in Italia. Regolarizzare queste persone servirebbe a sanare le irregolarità contributive e fiscali e a ridurre lo sfruttamento del lavoro nero!
LA CRISI LA STIAMO PAGANDO TUTTI, MA PER GLI IMMIGRATI È PEGGIO: un immigrato che rimane senza lavoro può avere una sola volta un permesso per disoccupazione che dura 6 mesi. Se entro 6 mesi non trova un lavoro diventa irregolare, anche se vive in Italia da 20 anni. Per questo noi chiediamo
- il prolungamento della validità dei permessi di soggiorno.
La questione della cittadinanza rimane insoluta e migliaia di giovani nati o cresciuti in Italia continuano a sottostare a una legge che non riconosce loro né diritti né cittadinanza.
- Diritto di cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia.
- l’abrogazione della Bossi-Fini e, in particolare, del nesso tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno (“contratto di soggiorno”);
- per contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento dei lavoratori migranti: rivendichiamo l’applicazione e l’estensione dell’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione come tutela per tutti i lavoratori che denunceranno di essere stati costretti all’irregolarità del lavoro nero.
- l’abrogazione del reato di clandestinità e del pacchetto sicurezza che già oggi rappresentano provvedimenti fuori legge perché in netta contrapposizione con la direttiva europea sui rimpatri;
- l'abolizione del permesso di soggiorno a punti e l’attivazione di misure, anche di tipo economico, atte a garantire il diritto ad apprendere l’italiano e a studiare;
-la chiusura dei CIE; -
- il passaggio dal concetto di ius sanguinis a quello di ius soli come cardine per il riconoscimento della cittadinanza e una legge che garantisca l’esercizio della piena cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia,
- il riconoscimento del diritto di scegliere dove vivere e stabilire la propria residenza, diritto quanto mai fondamentale in un’epoca come quella che stiamo attraversando in cui tutti siamo potenziali migranti;
- una legge organica e adeguata per la tutela dei rifugiati e dei richiedenti asilo;
Organizza IMMIGRATI AUTORGANIZZATI:
Per adesioni: immigratiautorganizzatimilano@gmail.com Tel: 3200118441 – 3292166500 (arabo)
martedì 25 gennaio 2011
28-29 gennaio: Torre chiama terra! Seconda trasmissione
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