venerdì 6 novembre 2009

Nasce la walking class

Il Mondo ha una Marcia in più. Per la Pace e la Nonviolenza.

Domenica 8 Novembre, con ritrovo alle ore 13.30 a Campo Marzio, passerà a Vicenza la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Una tappa importante, che ha il significato di dare appoggio e visibilita' mondiale alla opposizione nonviolenta che molte organizzazioni e gran parte della popolazione della citta' stanno praticando da anni nei confronti del progetto di militarizzazione della città.

Il 2 ottobre scorso, Giornata Internazionale della Nonviolenza in onore della nascita di colui che intravide la potenza dell'azione nonviolenta, Mahatma Gandhi, da Wellington (Nuova Zelanda) è partita la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Un 'iniziativa promossa dall'Organizzazione Internazionale Mondo senza Guerre, che in due anni di lavoro ha assunto i connotati di un progetto di portata planetaria trovando sostegno e adesione tra capi di Stato e di Governo, Premi Nobel, ong e associazioni di volontari, personaggi del mondo della cultura, dell'arte, dello sport e tanta gente comune. Da quel momento il mondo è il meraviglioso teatro di migliaia di incontri, dibattiti, feste, eventi interculturali, interreligiosi, interrazziali. Una delegazione internazionale sta percorrendo 160.000 km in 93 giorni, sta attraversando 6 continenti facendosi ambasciatrice di pace in più di 90 Paesi dove incontrerà centinaia di migliaia di persone pronte ad accoglierla e a marciare con lei. Al 10° Summit Mondial dei Nobel per la Pace in programma a Berlino dal 9 all'11 novembre, la delegazione della Marcia Mondiale riceverà in eredità dai Premi Nobel la Carta per un Mondo Nonviolento.

Il messaggio di Pace di cui la Marcia Mondiale si fa portavoce è chiaro e declinato su piani diversi. In prima battuta si propone di rispondere alle istanze più urgenti per il disarmo mondiale, la non proliferazione delle armi nucleari e la riduzione drastica di quelle convenzionali, l'adesione non solo formale di tutti i Paesi ad un patto di non aggressione, l'impegno di tutti i governi nella risoluzione di ogni conflitto unicamente per via diplomatica, il ritiro delle truppe di invasione da qualsiasi territorio occupato. Ma questo messaggio va tradotto e concepito anche su un piano umano molto più quotidiano. Pace e nonviolenza sono concetti che nell'ottica della Marcia Mondiale abbracciano la tolleranza, l'accoglienza e la disponibilità nei confronti di coloro che vivono una condizione di conflitto, carestia, mancanza d'acqua potabile. Concetti che invitano alla riflessione, alla comprensione, all'allargamento delle maglie di una società, quella dei Paesi cosiddetti sviluppati, che per quanto in difficoltà, è stata da sempre ed è privilegiata. Invita a riflettere sul fatto che molti di questi privilegi ci sono concessi sulla base del sacrificio di un altro uomo che all'altro capo della terra vive in condizioni disumane.

La nonviolenza è anche impegno contro ogni tipo di discriminazione e per questo la Marcia Mondiale è aperta alla partecipazione di chiunque sia disposto a schierarsi in favore della cessazione dei conflitti e della violenza nel mondo. Questo atteggiamento di apertura è proprio ciò che maggiormente differenzia questa marcia da tante altre e le conferisce un aspetto tremendamente rivoluzionario: è uscire dalla logica della dialettica, della ricerca delle distinzioni, per creare una grande corrente multiforme che punti in una stessa direzione, che lasci a chiunque lo spazio di partecipare e di farlo con la propria identità e la propria storia. Poco importa da dove viene chi aderisce alla Marcia Mondiale; ciò che importa è verso dove va. Poco importa il passato, quando il futuro di tutti è messo a repentaglio dalla folle proliferazione nucleare e dall'aumento vertiginoso della violenza in tutti i campi. Chi comprende l'urgenza di creare una coscienza nonviolenta in questo pianeta, chi aspira davvero a cambiare la rotta distruttiva su cui siamo incamminati, non baderà alle differenze, non affermerà il diritto a stabilire chi sono i più puri, chi sono i più degni. Rifiuterà lo spirito inquisitorio, che fa sospettare delle intenzioni di chi marcia al proprio fianco, magari in una forma diversa dalla propria, magari mosso da motivi diversi dai propri ma in ogni caso lì, schierato ad affermare che la gente di questo pianeta vuole la pace e vuole vivere senza violenza.

Per questo la Marcia è fatta di uomini e donne che vogliono vedere il mondo a colori e concepiscono la diversità come fonte di ricchezza. Queste donne e questi uomini hanno deciso di percorrere concretamente, non solo simbolicamente, le strade del mondo per affermare la dignità di ogni essere umano, principio ignorato di un documento che si chiama Carta dei Diritti Fondamentali dell'Uomo e che in 61 anni di storia non ha ancora trovato un'applicazione neanche adeguata al grado di civiltà di cui andiamo tanto fieri. La pace e la nonviolenza sono uno stile di vita, vanno cercate e conquistate nella quotidianità.

Emanuela Fumagalli - Coordinamento nazionale Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza
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